Berlusconi Renzi e il codice degli appalti

Mentre si allontana e si affievolisce l'immagine buffonesca di Berlusconi presidente-operaio (ve lo ricordate in giacca blu, cravatta a pois e casco da cantiere?) torna alla ribalta ancora una volta la maschera strafottente del premier Matteo Renzi. Questo Governo dopo aver preso le parti delle lobby affaristiche delle multinazionali del petrolio, dopo aver tentato di contrapporre cittadini e lavoratori nel referendum della scorsa settimana, dopo aver cancellato con la riforma del "job's act" lo statuto dei lavoratori, precarizzato ulteriormente il lavoro e legalizzato il lavoro nero ora mette le mani su un altro delicatissimo settore: quello degli appalti. L'ultimo blitz del Governo Renzi cancella infatti punti qualificanti per la tutela del lavoro e della legalità stravolgendo il codice degli appalti. Il Governo ha cancellato la clausola sociale, cioè l’obbligo del mantenimento del posto di lavoro nel passaggio da un appalto all’altro. Ora è tutto a discrezione della stazione appaltante: il lavoro non è più un diritto, ma un’eventuale concessione. E' stato eliminato nelle gare il divieto del massimo ribasso per le opere inferiori al milione di euro, opere che rappresentano l’80% del mercato ed è stato eliminato l’obbligo, sotto quella soglia, di indicare i subappaltatori. Un grande regalo alla criminalità organizzata che così avrà vita più facile perché nessuno potrà impedire le infiltrazioni illegali. Tutte le mafie ringraziano Renzi e la sua banda, i lavoratori certamente no. Basta Renzi: 850 giorni di Governo (e di un governo così) sono davvero troppi!

prc Cremona 30 Aprile 2016